Nasce GEM23 – Green Ex Machina, il primo Think Tank italiano nato per condividere idee, progetti di ricerca e strategie sul green manufacturing. Tra gli opinion leader coinvolti c’è anche Scm Group che porta al tavolo le proprie competenze ed esperienze negli ambiti della sostenibilità e della trasformazione digitale.
Come la tecnologia rende sostenibile i processi produttivi e come può contribuire all’economia circolare? Quale ruolo svolgono i Big Data? E la servitizzazione, che ruolo gioca in tutto questo? Di questi temi si è parlato il 12 aprile al primo evento pubblico di Green Ex Machina nella sede di Banco BPM a Milano con i protagonisti del progetto Gem23 e un vasto pubblico di imprenditori, responsabili di R&D e rappresentanti del settore. Tra gli speaker anche Eloisa Carlini, Direttore Qualità e Sostenibilità di Scm Group, che ha sottolineato come le tecnologie, unite alle competenze umane, svolgano un ruolo chiave per la sostenibilità dei processi produttivi.
Nel definire un percorso di green manufacturing, Eloisa Carlini è partita dall’esperienza maturata dal Gruppo leader nelle tecnologie per la lavorazione di legno, materiali compositi, plastica, marmo, vetro e metalli. L’impatto ambientale delle macchine è soprattutto legato al loro utilizzo e il Gruppo Scm implementa da anni una strategia di innovazione che mira a rendere le macchine più efficienti, a ridurre i consumi energetici fino a recuperare in alcune applicazioni l’energia spesa, a minimizzare gli sfridi di materiali, ad agevolare le operazioni manuali.
Diagnosi e assistenza da remoto incidono fortemente sulla sostenibilità dei processi. “L’evoluzione della sensoristica, della componentistica intelligente e la possibilità di connettere le macchine con soluzioni IOT hanno portato innumerevoli vantaggi per il cliente che può valutare in tempo reale la produttività del suo parco macchine, monitorare i parametri di lavoro, migliorare le prestazioni, pianificare interventi di manutenzione, ordinare ricambi e molto altro”. I vantaggi, aggiunge Carlini, sono anche per i costruttori di macchine che possono assistere in modo più efficiente i clienti. Inoltre “con le tecnologie digitali possiamo contribuire ad allungare il ciclo di vita del bene stesso perché possiamo fare attività di advisory ad esempio allertando in anticipo il cliente su anomalie insorgenti, fornendo indicazioni di riduzione consumi.”
Naturalmente la gestione delle tecnologie digitali richiede nuove competenze e mindset specifici.
“Poiché con le nostre macchine possono essere realizzati i più disparati cicli di lavoro, su pezzi di forma e di materiali ogni volta differenti - conclude Carlini - non possiamo pensare di affidarci esclusivamente all’intelligenza artificiale, che apprende dal pregresso per proporre comportamenti. All’intelligenza artificiale occorre affiancare la conoscenza del dominio fisico che solo le nostre risorse umane possono avere. La macchina oggi non può essere completamente autonoma: occorrono le competenze del capitale umano”.