Più scelte strategiche hanno accompagnato negli anni il successo di Giessegi: una produzione veloce e dai grandi volumi, ma con una personalizzazione e qualità superiori rispetto agli standard della grande distribuzione del mobile; una fabbrica connessa, integrata e autonoma; un progetto engineering SCM all’avanguardia per la lavorazione del pannello, capace di creare qualcosa come duemila ambienti a settimana, consegnabili in 10 giorni.
Non è da tutti rilevare da dipendente una grande azienda, diventarne il nuovo condottiero e trasformarla in uno dei più grandi imperi italiani del mobile. Perché questo è oggi la Giessegi Di Appignano, a pochi chilometri da Macerata, nel cuore delle colline marchigiane.
Potrebbe essere riassunta così la storia più recente di Gabriele Miccini, Ingegnere elettronico, CEO di Giessegi Industria Mobili.
E’ lui a trovarsi di fronte ad una delle più grandi sfide della sua vita quando, nel 2015, prende il timone dell’azienda per cui lavora come programmatore, coinvolge nella nuova avventura anche i figli Federico e Giacomo, ma soprattutto rivoluziona la fabbrica e la amplia, riorganizza completamente la produzione in un’ottica 4.0 e adotta più scelte eco-sostenibili, come l’utilizzo del riscaldamento a metano.
Fa realizzare perfino una strada, ma sempre con il minimo impatto sull’ambiente circostante, per dare ai diversi capannoni dell’azienda una logistica all’altezza dei suoi grandi numeri. Parliamo infatti di una realtà unica per un paese di appena tremila anime, con oltre 500 dipendenti, 110 milioni di fatturato, 100mila metri quadrati complessivi di area produttiva in cui vengono realizzati circa duemila ambienti a settimana tra camere, camerette, soggiorni, armadi e arredi per contract e ufficio.
Essere grandi era il primo obiettivo dell’ingegnere e dire che è riuscito nell’intento è poco. Basti considerare l’ampliamento di 24mila metri quadrati portato a termine negli anni più recenti. Dietro a tutto questo, una logica ed una filosofia ben precise.
La prima strategia è di prodotto.
L’Italia copre quasi il 90% del fatturato ma la prossima sfida di Miccini è quella di aumentare la quota destinata all’export con il contract.
Singolare è anche la logica sottostante i processi produttivi. In Giessegi operano praticamente tre fabbriche in una, tutte con le stesse tecnologie di sezionatura, squadrabordatura e foratura, ma differenti tra loro per lo spessore e la dimensione dei pannelli che vi vengono lavorati. Questa organizzazione consente di velocizzare al massimo la produzione e di ridurre al minimo gli sprechi.
Una scelta che ha sempre premiato è poi quella di dedicare al “su misura” un reparto ad hoc, quello dei pezzi speciali, che consente una significativa flessibilità senza andare a compromettere gli standard produttivi degli altri reparti.
SCM accompagna da diversi anni queste scelte strategiche. “Abbiamo voluto un unico partner tecnologico e con SCM i rapporti sono stati sempre positivi” afferma Miccini. “Avere un fornitore unico significa comprenderne meglio la filosofia, il modo in cui le macchine ‘ragionano’ e come devono essere gestite. Chi fa grandi volumi deve fare scelte tecniche di qualità: vale per le sezionatrici così come per le squadrabordatrici, le foratrici e i centri di lavoro”.
Miccini è sempre stato un pioniere. Solo per citare un esempio, è stato uno dei primi mobilieri in Italia ad adottare la bordatura laser per eccellere nella qualità del prodotto finito e la scelta, già alcuni anni fa, è ricaduta su una linea estremamente potente e precisa: stefani ssb laserline.
Sono a firma SCM anche le linee di automazione acquistate in occasione dell’ultimo ampliamento. “Abbiamo scelto di essere autonomi e di portare all’interno del nostro stabilimento anche la produzione dei semilavorati che prima acquistavamo fuori. Questo ci consente oggi di essere più rapidi, con tempi di consegna di dieci giorni e di essere quindi più competitivi in un mercato in cui con l’aumento delle vendite on line il fattore tempo è sempre più determinante”. Inoltre, Miccini ha potuto recuperare i margini prima destinati ai fornitori, migliorando così i bilanci aziendali. “Con il recupero degli utili siamo riusciti ad ammortizzare i nuovi impianti in un tempo più breve rispetto a quello previsto”.
La logica del timoniere di Giessegi è ben precisa: “Una linea deve essere completa, quindi comprendere sezionatura, squadrabordatura e foratura”.
Tutte le linee automatiche SCM sono dotate del software di supervisione Maestro active watch, integrato al sistema informativo aziendale. Maestro active watch consente di gestire e controllare il processo produttivo, ad esempio monitorando in tempo reale lo stato delle singole macchine e di tutta la linea e ottimizzando le performance produttive. Maestro active watch realizza inoltre un’interconnessione bidirezionale con i sistemi informatici di fabbrica, consentendo il caricamento da remoto dei part program dall’ufficio alla fabbrica e restituendo i report di produzione analizzabili in ufficio.
La linea di sezionatura, dalla capacità produttiva di 140 metri cubi per turno, vede protagonista un’angolare “gabbiani a3” con stazione di scarico “mahros stacker” per velocizzare ulteriormente i tempi di processo. La linea comprende due differenti aree di carico a seconda della dimensioni dei pannelli in lavorazione e un gruppo taglierina per differenziare ulteriormente i pannelli prima che essi vengano smistati e stoccati.
La sezionatrice angolare “gabbiani a3”, dal canto suo, si distingue per l’elevato livello di automazione e offre tutti i plus di gamma come il dispositivo FlexCut che consente di eseguire in tempi ridotti complessi schemi di taglio.
La linea di squadrabordatura lavora 6000 pezzi per turno, è composta da sistemi di carico e scarico automatico “mahros brush”, da due squadrabordatrici bilateriali “stefani sb” e da un altro sistema automatico “mahros” per la rotazione dei pannelli a 90 gradi. Oltre all’elevata produttività, altri vantaggi di “stefani sb” sono l’alto livello di precisione e la versatilità con cui la macchina consente di utilizzare diverse tecniche di incollaggio, sempre con effetti estetici eccellenti.
Chiudono il processo due linee automatiche con centri di foratura ideali per grandi lotti, . La prima linea ha una capacità produttiva di 5000 pezzi per turno e comprende due foratrici “morbidelli z100” contraddistinte da un’alta qualità di finitura e precisione, una delle quali deputata anche a funzioni di spinatura. La seconda linea da 2000 pezzi per turno è costituita invece da due “morbidelli pwx100”: alto livello di automazione elettronica, elevata produttività e qualità di lavorazione con lotti variabili sono i principali plus di queste soluzioni SCM per la foratura.
Il progetto engineering studiato da SCM per Giessegi comprende anche due centri di lavoro per foratura, fresatura e trattamento del bordo “morbidelli p200”, con l’innovativo gruppo bordatore in grado di applicare bordi su pannelli spessi anche 80 mm e le esclusive ventose HE-POD che permettono di sfruttare al massimo le dimensioni del piano di lavoro grazie al sollevamento alternato dei pezzi.
Essere grandi era l’obiettivo e chissà che la scelta di soluzioni tecnologiche evolute e l’adozione di una strategia produttiva lungimirante non spingano ancora Giessegi verso nuovi traguardi ancora più ambiziosi.
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