E' emozionante passeggiare tra i banchi da falegname di una scuola d'arte fondata nel 1846 dalla corte viennese.
Sono infatti giovanissimi gli allievi di questo istituto superiore, ragazze per la maggior parte, ci racconta Mauro Menardi Menego, ex campione di bob e professore di falegnameria presso l'Istituto Statale d'Arte ISA di Cortina d'Ampezzo, che lui stesso ha frequentato da giovane e dove ha poi preso il posto del suo insegnante. Prima di Mauro anche suo padre era passato per i banchi di questa scuola … sorridendo ci dice che praticamente tutti a Cortina hanno frequentato direttamente o hanno almeno qualcuno in famiglia che sia passato per questo liceo d'arte.
Riconosciamo la passione dello sportivo trasportata nell'insegnamento, quando Mauro ci racconta il percorso formativo degli studenti che nei primi 2 anni affrontano la fase di progettazione, mentre nei successivi 3 realizzano manufatti di falegnameria anche di alto livello, che vengono impiegati nella comunità ampezzana: giochi in legno per asili, arredamenti per baite di montagne, allestimenti per negozi e naturalmente tutti gli arredi della scuola, oltre alle operazioni di restauro e manutenzione.
Uscendo dalla zona dedicata agli utensili e alle lavorazioni manuali, entriamo nella grandissima falegnameria della scuola, completamente attrezzata con macchinari SCM, perfettamente protetti secondo le norme di sicurezza e quindi adatte per essere utilizzate anche da utenti inesperti come i cadetti più giovani dell'Istituto Statale d'Arte di Cortina d'Ampezzo.
Restiamo meravigliati dalla quantità di macchine SCM presenti e chiediamo a Mauro di raccontarci la storia di quella falegnameria, così il professore ci confessa che "SCM ha sempre avuto un ottimo nome, anche se per posizione geografica siamo filo austriaci, crediamo che le macchine italiane siano sempre le migliori".
La frase di Mauro è confermata dall'età di queste macchine: alcune di queste hanno più di 20 anni e ancora funzionano benissimo.
Salutiamo Mauro e la bellissima Cortina, essendo fieri del fatto che le nostre macchine contribuiscano a creare i nuovi falegnami, architetti e artisti di domani.
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