Roberto Marcazzan inizia la nostra intervista spiegandoci la sua propensione verso i lavori manuali con la frase: “appena finite le scuole medie, ho bruciato lo zaino”.
E subito capiamo l’inclinazione del mastro Marcazzan verso l’arte della lavorazione del legno.
Inizia infatti giovanissimo, appena quattordicenne, quando il padre, spinto dalle sue continue richieste di interrompere gli studi e iniziare a lavorare, lo introduce nella falegnameria in cui lavorava come dipendente. Dopo qualche anno, suo padre smette di lavorarci a causa di divergenze di intenti avute con il titolare, ma Roberto continua nonostante questo, tanto era la buona impressione che aveva fatto sul titolare.
Così Roberto è cresciuto, lavorativamente e personalmente, imparando il mestiere ed esplorandone i segreti, fino a quando ha preso in mano la falegnameria succedendo al vecchio capomastro, andato via in modo abbastanza repentino, a causa di un licenziamento.
Così all’età di soli 21 anni, Roberto è stato messo di fronte alla sua prima sfida lavorativa, sfida che ha accettato e portato avanti con successo fino a quando il vecchio capomastro non è tornato in azienda e Roberto ha dovuto fare un passo indietro.
A quel punto però il gusto di gestire e condurre una falegnameria era entrato nelle sue vene e nelle sue mani, così ha cominciato a pensare continuamente ad aprire una falegnameria tutta sua e nel 1999 ci è riuscito, dando il via alla storia della falegnameria Marcazzan.
Il primo modello è stato una combinata minimax, comprato quando era ancora dipendente e usato per i tutti lavori extra che faceva quotidianamente dopo l'orario di lavoro: è stata la macchina che gli ha permesso di farsi conoscere come falegname e di crearsi una sua clientela affezionata, che ha costituito il suo parco clienti, una volta avviata la sua falegnameria. Da quel momento in poi ha attrezzato tutta la sua falegnameria con macchine SCM, marchio dal quale non si è più separato.
La sua passione ha continuato a crescere e ovviamente il pensiero costante di Roberto è stato sempre quello di tramandare la passione ereditata dal padre, ai propri figli.
Ma non solo, il suo desiderio sarebbe quello di poterla trasmettere anche ad altri, a chiunque fosse interessato a questa antica arte, prestandosi come mastro e insegnante ed anche se a Chiampo, dove vive e lavora, non ci sono scuole o istituti dedicati, lui continua a coltivare questa passione e questa speranza e noi gli facciamo i nostri migliori auguri di riuscire in questo sogno.
Visto il successo che ha avuto nel realizzare una falegnameria di successo, che esegue lavorazioni particolari ed uniche, non abbiamo dubbi che riuscirà anche in questa nuova sfida.
Buon lavoro Roberto!
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